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Una sequenza tratta da "Gli Uccelli"

Gli effetti speciali del film "Gli uccelli" di Alfred Hitchcock furono realizzati attraverso una combinazione di tecniche tradizionali e innovative per l'epoca. Per le scene in cui gli uccelli attaccano gli attori, furono utilizzati veri uccelli addestrati, che venivano fatti volare vicino agli attori per creare l'illusione dell'attacco. In altre scene, gli uccelli vennero creati utilizzando dei modelli animati mentre furono usati diversi mascherina per creare l’effetto di un gran numero di uccelli oltre che alla rear projection

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Tom Savini

LA CAMERA

MULTIPIANO

di The Dreaming Man (Redazione)

La camera multipiano, nota anche come “camera a travellini”, è una tecnica cinematografica utilizzata per creare una sensazione di profondità in una scena. La tecnica prevede l'utilizzo di più livelli con elementi posti in primo piano e altri in lontananza.


Attenzione! I seguenti termini tecnici utilizzati nell’articolo possono essere trovati nella sezione DIZIONARIO:
passo uno, rear projection, silhouette




Non sempre gli effetti speciali vengono utilizzati per creare elementi o visioni del fantastico.; molte volte, invece, sono sfruttati per simulare la realtà che ci circonda. Probabilmente è in questa chiave di lettura che vanno ricercate le motivazioni che spinsero la Disney a inventare, nel 1933, un macchinario chiamato: Camera Multipiano (Multiplane Camera). 

Walt Disney, da parte sua, pretendeva molto dalle proprie produzioni che si potevano appoggiare a un settore della Disney dedicato proprio allo sviluppo degli effetti speciali cinematografici (la Disney fu la prima ad investire tempo e denaro in questo campo). Walt, voleva quindi realizzare a tutti i costi dei cartoni animati sempre più accurati, al di là di ogni possibile immaginazione, e le sue continue richieste costringeva i tecnici della Disney a trovare delle soluzioni che poi si rivelavano innovative, sia per l’azienda stessa che poi la cinematografia in generale. 

Ci si chiese se, nel campo dell’animazione, si potesse fare qualcosa di più. Ad esempio se fosse stato possibile  rendere dei disegni bidimensionali in qualcosa di tridimensionale; qualcosa che sembrasse tangibile e avesse, agli occhi dello spettatore, una propria concretezza, come gli elementi del mondo reale. 

Fu Ub Iwerks a farsi queste domande e ad iniziare a fornire anche delle risposte.

Chaney ne “Il fantasma dell’Opera” (1925)

A SINISTRA UB IWERKS A LAVORO SU UN DISEGNO DI TOPOLINO /// A DESTRA CON WALT DISNEY

    Disegnatore e fumettista presso la Disney, Ub Iwerks è conosciuto nella storia dell’animazione per aver creato molti personaggi Disney e per aver contribuito, nel 1928, a disegnare le sembianze del topo più famoso al mondo: Mickey Mouse (Topolino).  

    Non tutti sanno però che oltre ad essere un bravissimo disegnatore era anche un ottimo tecnico degli effetti in grado di costruire delle macchine che, in casa Disney e a più livelli, avevano snellito i flussi lavorativi dei disegnatori. 

    Inoltre, aveva inventato anche alcune tecniche di ripresa che poi furono usate con successo in film come Mary Poppins (1964), I Tre Caballeros (The Three Caballeros, 1944) e La carica dei 101 (101 Dalmatians, Usa 1961). Lavorò anche come tecnico degli effetti speciali nel film Gli Uccelli (The Birds, Usa 1963) di Alfred Hitchcock realizzandoli personalmente.

   La Camera Multipiano è però la sua invenzione più conosciuta che diede alla Disney del 1933, la possibilità di realizzare dei movimenti di camera (carrellate) all’interno di sequenze animate. Qualcosa di allora mai visto.

    Una versione più semplice di questo macchinario era stato già costruito, per la verità, nel 1926 dalla regista tedesca Lotte Reiniger specializzata nell’animazione con le silhouette, che lo usò per il film di animazione intitolato The adventures of prince Achmed (1926).


Chaney ne “Il fantasma dell’Opera” (1925)

A SINISTRA LOTTE REINIGER /// A DESTRA UN FRAME DI THE ADVENTURES OF PRINCE ACHMED

    Anche un suo collega e collaboratore, Berthold Bartosch, utilizzò un macchinario simile per L’idee (1932). Il dispositivo di Reiniger, e quello di Bartosh, erano molto semplici e consistevano in un piano (una sorta di tavolino) sul quale a volte venivano fatti scorrere gli elementi che dovevano essere animati che venivano poi ripresi a passo uno mentre tutto il piano si spostava lateralmente realizzando così delle carrellate virtuali. 

    Nel 1933 Ub Iwerks ne amplia le premesse costruendo un sistema diverso costruito con i pezzi di una vecchia Chevrolet ma che diede degli ottimi risultati e venne utilizzata in diversi lavori di animazione a metà degli anni ’30 come Willie Whopper (dello Iwerks Studio's)  e ComiColor.

    Una versione ancora più articolata della struttura fu sviluppata da William Garity, tecnico degli studi Disney e ingegnere audio che portò la Camera Multipiano ad una maturità definitiva. La cinepresa è adesso posta in alto sopra una struttura composta da vari livelli trasparenti, disposti ad una certa distanza tra loro. Ogni livello può muoversi in maniera autonoma e contiene degli elementi dipinti come alberi, montagne, case, colline e tutto quello che poteva essere necessario alla messa in scena della storia. 

    Una volta ricreato, ad esempio, un panorama con tutti gli elementi separati sui vari livelli ( la base del sottobosco nel primo livello - quello più vicino alla cinepresa - gli alberi sul secondo livello, la collina sul terzo, le montagne sul quarto e così via) era possibile entravi dentro o uscirvi, semplicemente avvicinando o allontanando i livelli dall’obiettivo della cinepresa.

    Le possibilità creative nel campo dell’animazione diventarono di fatto immense. Con questo macchinario era infatti possibile effettuare delle riprese aeree (si poteva partire dalle nuvole e finire all’interno di un’abitazione in maniera parecchio semplice), realizzare dei movimenti di camera impensabili fino a qualche anno prima. Adesso era possibile muovere la cinepresa davvero con maggiori libertà offrendo alle storie un impatto visivo maggiore, più emotivo, più coinvolgente. 

    La Camera Multipiano fu utilizzata con successo nei capolavori della Disney di quel tempo: Pinocchio, Fantasia, Bambi, Il libro della giungla, Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan e così via.

    Anche lo Studio Fleischer, quelli di Betty Boop e di Braccio di Ferro, costruirono il loro dispositivo che venne chiamata Camera Stereo-ottica (Stereoptical Camera). Quella della Disney però rimane, a livello storico, la più conosciuta perché ha ampliato prima di tutto la creatività e le storie dei artisti Disney.

La Camera Stereottica dei Fleischer

NELL’IMMAGINE GRANDE LA CAMERA STEREO OTTICA DEI FLEISCHER /// NEL RIQUADRO PICCOLO LA SUA PROGETTAZIONE

    La macchina fu utilizzata per l’ultima volta nel lungometraggio animato La sirenetta (The Little Mermaid, Usa 1989) e poi abbandonata per essere rimpiazzata dalle nuove tecnologie capaci di fare lo stesso lavoro ma con maggiore precisione e maggiori possibilità creative.


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