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LA CAMERA
MULTIPIANO
di The Dreaming Man (Redazione)
A SINISTRA UB IWERKS A LAVORO SU UN DISEGNO DI TOPOLINO /// A DESTRA CON WALT DISNEY
Disegnatore e fumettista presso la Disney, Ub Iwerks è conosciuto nella storia dell’animazione per aver creato molti personaggi Disney e per aver contribuito, nel 1928, a disegnare le sembianze del topo più famoso al mondo: Mickey Mouse (Topolino).
Non tutti sanno però che oltre ad essere un bravissimo disegnatore era anche un ottimo tecnico degli effetti in grado di costruire delle macchine che, in casa Disney e a più livelli, avevano snellito i flussi lavorativi dei disegnatori.
Inoltre, aveva inventato anche alcune tecniche di ripresa che poi furono usate con successo in film come Mary Poppins (1964), I Tre Caballeros (The Three Caballeros, 1944) e La carica dei 101 (101 Dalmatians, Usa 1961). Lavorò anche come tecnico degli effetti speciali nel film Gli Uccelli (The Birds, Usa 1963) di Alfred Hitchcock realizzandoli personalmente.
La Camera Multipiano è però la sua invenzione più conosciuta che diede alla Disney del 1933, la possibilità di realizzare dei movimenti di camera (carrellate) all’interno di sequenze animate. Qualcosa di allora mai visto.
Una versione più semplice di questo macchinario era stato già costruito, per la verità, nel 1926 dalla regista tedesca Lotte Reiniger specializzata nell’animazione con le silhouette, che lo usò per il film di animazione intitolato The adventures of prince Achmed (1926).
A SINISTRA LOTTE REINIGER /// A DESTRA UN FRAME DI THE ADVENTURES OF PRINCE ACHMED
Anche un suo collega e collaboratore, Berthold Bartosch, utilizzò un macchinario simile per L’idee (1932). Il dispositivo di Reiniger, e quello di Bartosh, erano molto semplici e consistevano in un piano (una sorta di tavolino) sul quale a volte venivano fatti scorrere gli elementi che dovevano essere animati che venivano poi ripresi a passo uno mentre tutto il piano si spostava lateralmente realizzando così delle carrellate virtuali.
Nel 1933 Ub Iwerks ne amplia le premesse costruendo un sistema diverso costruito con i pezzi di una vecchia Chevrolet ma che diede degli ottimi risultati e venne utilizzata in diversi lavori di animazione a metà degli anni ’30 come Willie Whopper (dello Iwerks Studio's) e ComiColor.
Una versione ancora più articolata della struttura fu sviluppata da William Garity, tecnico degli studi Disney e ingegnere audio che portò la Camera Multipiano ad una maturità definitiva. La cinepresa è adesso posta in alto sopra una struttura composta da vari livelli trasparenti, disposti ad una certa distanza tra loro. Ogni livello può muoversi in maniera autonoma e contiene degli elementi dipinti come alberi, montagne, case, colline e tutto quello che poteva essere necessario alla messa in scena della storia.
Una volta ricreato, ad esempio, un panorama con tutti gli elementi separati sui vari livelli ( la base del sottobosco nel primo livello - quello più vicino alla cinepresa - gli alberi sul secondo livello, la collina sul terzo, le montagne sul quarto e così via) era possibile entravi dentro o uscirvi, semplicemente avvicinando o allontanando i livelli dall’obiettivo della cinepresa.
Le possibilità creative nel campo dell’animazione diventarono di fatto immense. Con questo macchinario era infatti possibile effettuare delle riprese aeree (si poteva partire dalle nuvole e finire all’interno di un’abitazione in maniera parecchio semplice), realizzare dei movimenti di camera impensabili fino a qualche anno prima. Adesso era possibile muovere la cinepresa davvero con maggiori libertà offrendo alle storie un impatto visivo maggiore, più emotivo, più coinvolgente.
La Camera Multipiano fu utilizzata con successo nei capolavori della Disney di quel tempo: Pinocchio, Fantasia, Bambi, Il libro della giungla, Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan e così via.
Anche lo Studio Fleischer, quelli di Betty Boop e di Braccio di Ferro, costruirono il loro dispositivo che venne chiamata Camera Stereo-ottica (Stereoptical Camera). Quella della Disney però rimane, a livello storico, la più conosciuta perché ha ampliato prima di tutto la creatività e le storie dei artisti Disney.
NELL’IMMAGINE GRANDE LA CAMERA STEREO OTTICA DEI FLEISCHER /// NEL RIQUADRO PICCOLO LA SUA PROGETTAZIONE
La macchina fu utilizzata per l’ultima volta nel lungometraggio animato La sirenetta (The Little Mermaid, Usa 1989) e poi abbandonata per essere rimpiazzata dalle nuove tecnologie capaci di fare lo stesso lavoro ma con maggiore precisione e maggiori possibilità creative.
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